La parola di questa domenica è: seguire.
Se analizziamo il termine, il verbo seguire viene dal latino ‘sequor’ che è un verbo deponente. La particolarità di tali verbi è che hanno la forma passiva, ma il significato attivo. Questa disquisizione grammaticale ci introduce alla complessità del concetto che è centrale in questa domenica e significativo in molti passi del Vangelo.
Gesù usa spesso il termine che indica il seguire, ma, appunto, esso ha un valore complesso perché implica, sì la sequela pedissequa dietro alla guida (per non perdere la strada), ma soprattutto sta ad indicare l’autonoma direzione che ciascuno di noi deve prendere per seguire (non andando dietro, ma davanti!!) facendoci da apripista nel cercare le nostre strade.
In questo caso possiamo usare la metafora del marinaio che naviga i sette mari, ma non si perde mai perché, la bussola che possiede dentro di sé e la Stella Polare che è posta in cielo, gli indicano sempre la giusta direzione da intraprendere.
Ecco, Gesù è la nostra Stella Polare che, attraverso il Vangelo, ci guida alla meta, ma nello stesso tempo, dentro di noi abbiamo quella bussola che è tarata verso il nord (là dove c’è la polare) e che insieme alle parole del maestro ci accompagnano e ci indicano la rotta.
Guardando a queste due coordinate, possiamo fare ogni giorno quei piccoli aggiustamenti affinché la nostra barca possa veleggiare sicura. Certo ci sono tempeste, alte onde che si infrangono contro la nostra piccola imbarcazione e che, a volte, la ricoprono interamente, tanto più che non si distingue il mare dal cielo e non si sa se quell’acqua che sta sopra di noi sia lo steso mare o la pioggia.
Tuttavia dopo i giorni tempestosi, subentrano quelli di calma dove riappare il cielo stellato, dove lo sciabordio delle onde ha perso il suono minaccioso per tramutarsi in quello dolce di una ninna nanna.
È in questi momenti che, il seguire Gesù, diventa più difficile perché per far muovere la barca non c’è l’energia del vento impetuoso o del mare burrascoso, ma deve essere la nostra forza, il motore che spinge, affinché la barca non si perda nella calma piatta senza orizzonte.
Seguiamo Gesù certi che verrà sulle acque burrascose del nostro mare a dirci “non aver paura, io sono con te tutti i giorni della tua vita”.