gli oblati

Di Finalpia

Gli Oblati

L’oblato benedettino secolare è “il cristiano, uomo o donna, laico o chierico che, vivendo nel proprio ambiente familiare e sociale, riconosce e accoglie il dono di Dio e la sua chiamata a servirlo, secondo le potenzialità ed esigenze della consacrazione battesimale e del proprio stato; si offre a Dio con l’oblazione, ispirando il proprio cammino di fede ai valori della S. Regola e della Tradizione spirituale monastica”.

Dall’epoca di San Benedetto sino ad oggi, la Regola Benedettina è la guida dell’oblato, il punto di riferimento costante dal momento in cui egli si lega spiritualmente ad una comunità monastica benedettina. E’ in seno ad essa che l’oblato compie il cammino di costante ricerca della volontà di Dio, che scopre nelle infinite modalità in cui si rivela: dal testo sacro, alla natura, agli eventi quotidiani, agli strumenti di lavoro, ai monaci e oblati a lui donati come fratelli e sorelle, e alle persone tutte che gli è dato di incontrare.

Come S. Benedetto, confuso da una Roma imperiale in decadenza, decise di cambiare vita, senza avere coscienza che così facendo avrebbe contribuito a cambiare il mondo, così anche noi vi invitiamo a riflettere su questa straordinaria equazione: il mondo cambia se noi cambiamo!

Gli Oblati e il Monastero

Gli oblati sono legati al loro monastero e partecipano alle preghiere.

Fanno un percorso spirituale in maniera appropriata alla propria situazione personale e alle circostanze dove li ha posti la Provvidenza, in unione con tutta la Chiesa.

L’oblazione ben compresa e vissuta, invece di essere un intralcio, è un sostegno e uno sprone per meglio adempiere ai doveri del proprio stato e per assicurarsi maggior grazia.

Vuoi saperne di più?

Estratti dell’esortazione apostolica “Gaudete et exultate” del Santo Padre Francesco sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo.

4. I santi che già sono giunti alla presenza di Dio mantengono con noi legami d’amore e di comunione. Lo attesta il libro dell’Apocalisse quando parla dei martiri che intercedono: «Vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano reso. E gridarono a gran voce: “Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia?”» (6,9-10). Possiamo dire che «siamo circondati, condotti e guidati dagli amici di Dio. […] Non devo portare da solo ciò che in realtà non potrei mai portare da solo. La schiera dei santi di Dio mi protegge, mi sostiene e mi porta».

5. Nei processi di beatificazione e canonizzazione si prendono in considerazione i segni di eroicità nell’esercizio delle virtù, il sacrificio della vita nel martirio e anche i casi nei quali si sia verificata un’offerta della propria vita per gli altri, mantenuta fino alla morte. Questa donazione esprime un’imitazione esemplare di Cristo, ed è degna dell’ammirazione dei fedeli. …

6. Non pensiamo solo a quelli già beatificati o canonizzati.
Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio, perché «Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità». Il Signore, nella storia della salvezza, ha salvato un popolo. Non esiste piena identità senza appartenenza a un popolo. Perciò nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana: Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popolo.

7. Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere.
In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, “la classe media della santità”.

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