le notizie dell’abbazia

L’Angolo del Monaco – Dom. V del Tempo Ordinario

Feb 8, 2025 | L'angolo del Monaco

La frase di questa domenica è: “Quando ebbe finito di parlare…” ci mostra i tre tempi della nostra vita: l’ascolto, l’accoglienza o obbedienza, l’azione.

In ogni relazione il primo momento è sempre legato all’ascolto, infatti Gesù salì sulla barca di Simone per parlare alla folla, per insegnare a coloro che erano giunti fino lì, le verità di Dio. Oggi nel tempo del “tutto subito”, questo primo momento si bypassa costantemente. Tutti hanno voglia di parlare, senza prima aver ascoltato, o addirittura di parlare sulle parole che gli altri stanno pronunciando. Non si parla più per imparare, ma si parla solo per affermare se stessi. È la società della non-comunicazione, è la società della esaltazione del sé, è la società della manifestazione di un vuoto che ha la pretesa di essere pieno di qualcosa, ma che non si sa che cosa sia.

Il secondo momento è l’accoglienza di ciò che si ascolta, che si traduce in una obbedienza, cioè dopo aver ascoltato, mettiamo in pratica le indicazioni udite. Oggi diventa fin troppo oneroso leggere le istruzioni per l’uso di un qualsiasi oggetto, tanta è la frenesia del fare subito, frenesia che estendiamo anche alla gestione del nostro tempo vitale.

Il terzo momento è l’azione, conseguenza logica dell’ascolto e della comprensione, dell’accoglienza e dell’obbedienza. L’azione è quell’attualizzare il messaggio ricevuto, il dimostrare di aver ascoltato, compreso, fatto proprio e, quindi, utilizzando la volontà, la capacità e le conoscenze pregresse rispondere in modo concreto realizzando le richieste.

Nelle relazioni sociali se non ascoltiamo, viviamo come se fossimo in un mondo privo di suoni, dove ci si guarda, si fanno cose, ma non vi è vera interazione e ciò porta a conflitti, incomprensioni, violenze. Ne abbiamo ogni giorno esempi lampanti.

In televisione assistiamo, poi, all’apoteosi della non comunicazione dove si creano programmi per comunicare che invece non comunicano nulla: un’aberrazione mostruosa, che rende l’uomo ancor più debole di quello che è in natura.

Una leggenda racconta che Dio dopo aver creato tutte le creature animali diede loro una particolare caratteristica che le rendeva superiori alle altre, ma per un solo tratto. Arrivato all’uomo si accorse che aveva esaurito tutti i doni: la velocità, la forza, la vista acuta, la potenza, la furbizia ecc. ecc. Quindi gli regalò una mente che potesse trovare via via la soluzione più adatta alle sue necessità, che lo potesse adattare alle diverse situazioni: la logica del pensiero. Purtroppo tutto ciò, come stiamo vedendo, sta portando l’uomo alla sua autodistruzione.

Oggi ben pochi hanno la consapevolezza di Pietro che, vedendo le opere del Signore, per prima cosa dichiarò di non essere degno e che era disposto a farsi da parte.

La mania di protagonismo, invece, fa sì che ognuno si sovrapponga alle stesse azioni del Signore, prendendo per sé i meriti che invece sarebbero i suoi. È necessario rientrare nella condizione dell’umiltà per poter godere della bellezza dei miracoli che ci stanno accadendo sotto gli occhi.

ULTIMI ARTICOLI

Contatti

Tel: 019 60 2301

Dove siamo

Via Santuario, 59
17024 - Finale Ligure (SV)

Social