La frase di questa domenica è: “Maria si alzò e andò in fretta …”.
La parola che vi sottende è “sollecitudine”. Il significato del termine vuol dire: “Preoccupazione, apprensione per persone o cose che stanno a cuore”. In questo caso Maria diviene il modello di un virtuoso comportamento umano, prima, e cristiano, poi.
Infatti non appena ella seppe che sua cugina, più anziana di lei, era rimasta incinta, non ci pensò due volte, lasciò da parte qualsiasi cosa e si trasferì presso di lei per tre mesi. Si mise al suo servizio sollevandola da tutti i compiti pesanti, prestandole cura ogni volta che ne avesse avuto bisogno, tenendole compagnia e comportandosi come un sostegno funzionale e soprattutto affettuoso in quella donna alle prese con qualcosa che ormai non aveva più in mente.
Teniamo conto che, nelle civiltà mediorientali antiche, abitanti una terra difficile, essere una donna era essere equiparati ad una condizione appena superiore a quella degli schiavi con compiti a volte molto gravosi incuranti delle condizioni di salute della persona. Per questo Maria andò in fretta.
Oltre a sollecitudine, la locuzione, “andare in fretta”, sottintende l’affrontare un tragitto compiendolo nel minor tempo possibile evitando soste inutili e distrazioni fuorvianti. Andare di fretta, o frettolosamente, implica una condizione psicologica che carica di ansia il viaggiatore, di aspettative, di preoccupazioni per non arrivare tardi alla meta.
È una tensione che tende tutto il corpo verso la meta. I pensieri poi, rivelano tutto ciò che c’è da fare o che ci sarà da fare portando le tensioni ancora più in alto. Nel contempo anche Maria era a conoscenza della propria gravidanza e quindi non nel pieno delle sue forze. Tuttavia non perde tempo, non pensa a se stessa, ma alle difficoltà della cugina.
È una spinta interiore che pospone ogni altro interesse personale. Ecco perché Maria è il prototipo dell’agire del cristiano, perché noi dovremmo comportarci così nei confronti degli altri. Fare in fretta tutto ciò che abbiamo da fare, per poter dare il giusto tempo al fratello bisognoso che non può ricevere aiuto da chi ha il cuore da un’altra parte.
Maria la donna che ha pronunciato il suo ‘fiat’ all’Angelo, ora lo pronuncia alla cugina prestandole tutto l’aiuto possibile e dimenticandosi delle proprie difficoltà, dei propri bisogni. Maria la madre che anche oggi si preoccupa per ciascuno di noi, per tutti coloro che hanno il coraggio di alzare lo sguardo verso il suo volto e riconoscere la propria povertà. Cerchiamo di alzarci in fretta per essere solleciti verso le esigenze dei più bisognosi, dei più poveri, facciamoci imitatori di Maria nell’andare, senza farci distrarre dalle luci di questo mondo, ma col pensiero vero un vero interesse per l’altro