La frase di questa domenica è: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.
I temi apocalittici che Gesù usa in questo brano rimandano all’escatologia di cui è intriso il messaggio evangelico. In molte parti si parla degli ultimi tempi, della fine del mondo, qui in modo estremamente violento nella prima parte e agreste nella seconda.
Ciò ci indica il metodo pedagogico che Gesù usa per insegnare ai suoi discepoli il comportamento più corretto da seguire durante l’esistenza. Quando parla della grande tribolazione e della distruzione dell’universo Egli vuole indicare che qualsiasi cosa noi possiamo fare è destinata a perire miseramente.
Nulla è eterno, tante cose sono durature (esempio le vestigia delle antiche civiltà), ma tutto è destinato a scomparire e allora perché darsi tanto da fare? Così come nella vita dell’uomo c’è la presenza della sofferenza come lasciapassare per l’aldilà.
La tribolazione, la valle di lacrime, la tortura, la violenza, sono rituali e momenti che descrivono i nostri ultimi giorni. Sì certo, poi cerca di addolcire la pillola prendendo esempio dalla natura che quando si vedono le gemme spuntare ciò è sinonimo di primavera e di bella stagione.
Gesù è un maestro severo, scevro da edulcorazioni fasulle, è un bravo maestro che mostra ai suoi allievi prima le difficoltà, i sacrifici e poi fa intravvedere il premio per le fatiche dello studio, dell’impegno, della fedeltà alle indicazioni ricevute. È in questo senso che inserisce la frase di questa domenica.
La prima parte è la parte destruens, di socratica memoria, detta ironia. Egli sottolinea con forza che il mondo che ci affanniamo a costruire un giorno sarà distrutto e con esso tutti i falsi dei, tutte le false ricchezze, tutto ciò che è caduco e transitorio. La grande bugia viene svelata in tutta la sua drammaticità.
Ma è nella seconda parte della frase, detta construens (o maieutica) che possiamo trovare quella luce, quella conoscenza, quella speranza alla quale attaccarci per andare avanti. E questo Gesù ce lo dice chiaramente che lui è la Via, la Verità e la Vita, chi ascolta le sue parole avrà la vita eterna proprio perché esse non passeranno.
In termini umani possiamo tradurre questa frase con la spiegazione: chi segue i valori, i principi umani di solidarietà, giustizia, fraternità, carità verso i propri simili traduce materialmente parole che sono eterne. Aiutiamo chi sicuramente non ci contraccambierà perché non ne ha la possibilità, e quel sorriso che ci dona è il segno che la nostra azione si traduce in tesoro celeste che va a costituire il nostro lasciapassare per il paradiso.
E se poi tutto questo non ci fosse, comunque ciò costituisce quella serenità che inonda il nostro intimo quando sinceramente facciamo del bene perciò come dice Pascal, abbiamo tutto da guadagnare nel cercare che la nostra fede sia la chiave del nostro vivere bene.