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L’Angolo del Monaco – Dom. XXIV del Tempo Ordinario

Set 14, 2024 | L'angolo del Monaco

La frase di questa domenica è: “Chi dite che io sia?”

Gesù in questa frase ci pone una domanda esistenziale, alla quale ciascuno di noi è chiamato a rispondere personalmente, in modo diretto, senza raggiri o sofismi. A lui interessa che cosa diciamo di lui con gli altri. Il più delle volte, oggigiorno, ci capita di confonderlo con situazioni che a noi fanno più comodo. Per questo sono nati movimenti come la New Age, i vari movimenti che si rifanno a valori anche condivisibili, ma che non sono Lui. Per non parlare delle diverse interpretazioni che esistono all’interno della religione stessa e perfino dello stesso cristianesimo. Per poi concludere dentro quel marasma che sono le nostre opinioni personali sulle quali ritagliamo il nostro “cristo personale”.

Molto significativa, a mio parere, una vecchia canzone di Gufi, ‘È la domenica del Signore’ che ha alcune strofe che chiariscono il nostro concetto:

“Ce lo facciam secondo i nostri gusti

E gli diciamo cosa deve fare

E poi chi deve assolvere

Chi deve condannare …

Perché questo mondo …

Sia ricco e sempre in pace

Sia libero e felice …

E soprattutto poi

Sia come fa comodo a noi

E tutti andiamo in chiesa

A pregare Iddio,

ma tu ti preghi il tuo

ed io mi prego il mio”.

Alcuni rispondono secondo un sentimentalismo edulcorato, altri come un qualcosa che riempie il vuoto che hanno dentro, altri ancora una risposta alle tante frustrazioni, allo stress, ai fallimenti della propria vita.

Allora queste risposte coincidono con la frase: “Alcuni dicono che sei Giovanni Battista, altri Elia, altri uno dei profeti”, come vedete sono queste le risposte che si danno. Però ecco che c’è Pietro che invece ha studiato, ha sperimentato la vita con Gesù e gli risponde con la frase che Gesù vuole sentirsi dire, il riconoscimento effettivo della sua missione sulla terra, quel Cristo profetato, quell’Unto che è sempre atteso, quel Messia che è stato mandato da Dio.

Ma il buon Pietro è il nostro fratello carnale, il nostro modello. Infatti un momento prima esalta il Cristo e poi lo rimprovera perché nella spiegazione più filosofica e teologica che ne segue c’è la confessione che la sua potenza sta nella debolezza e che la sua vita sta nella morte. 

Al che, come conseguenza logica Pietro gli fa notare le contraddizioni che sono insite in ciò che dice e si prende a sua volta una sgridata epocale, perché lo chiama addirittura Satana, cioè diavolo, perché vuole dividere ciò che Gesù sta cercando di unire.

Poi, come se ciò fosse una conseguenza lo rimprovera di ragionare come uomo! Ma Pietro è un uomo non un uomo/Dio. Non poteva dire diversamente. Allora Gesù riprende a spiegare il perché della croce e della morte, perché bisogna sacrificarsi per poter avanti il messaggio.  

In conclusione, la spiegazione di tutto ciò lo troviamo nel paradigma che si trova nella lettera di San Giacomo che dice: “Tu hai la fede e io le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede”. È la chiusa finale più chiara del tema che abbiamo affrontato. Fede teorica e opere senza ideali sono insignificanti. Purtroppo oggi è questa la situazione. Ritorniamo a mostrare la nostra fede con le nostre opere.

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